Cosa succede nei paesi dove l'utero in affitto è legale
In Ucraina
Nell’ex Paese sovietico si contano 52 cliniche che si occupano di fecondazione assistita e gestazione per altri. Dal 2006, quando è stato approvato il nuovo codice sulla famiglia, qui tramite la maternità surrogata nascono ogni anno circa 100 bimbi, di cui 60 da genitori italiani. «Le regole sono ferree: la pratica è permessa a coppie sposate da almeno 5 anni, mentre la madre surrogata ha tra i 19 e i 35 anni, un marito e figli suoi, perché la maternità deve avvenire all’interno di una famiglia» racconta Serena Marchi, autrice di Madri, comunque (Fandango). «Il nascituro, poi, deve avere almeno il 50% del patrimonio genetico dei genitori: si può ricorrere anche a una donazione di ovuli o di sperma. Come viene scelta la portatrice? La donna è sottoposta a screening medici e psicologici e deve avere un reddito. Questo per evitare che cambi idea o che la sua decisione venga strumentalizzata da un marito a caccia di soldi. Ne ho conosciute alcune e mi ha colpito la normalità con cui affrontano questa esperienza. Sono donne serene, di poche parole, che non sembrano sfruttate. Non si vergognano di ammettere che lo fanno perché quella cifra cambierà la loro vita. Una portatrice riceve 10.000 euro, in un Paese in cui lo stipendio medio mensile si ferma a 150. Tutta la pratica, invece, costa circa 30.000 euro».
DI CHI RISULTA FIGLIO IL NEONATO?
Ogni Paese ha la sua prassi per quanto riguarda i documenti che dimostrano chi sono i genitori del neonato. «In California il bimbo ottiene subito un certificato di nascita in cui compaiono mamma e papà e il passaporto americano. Al ritorno in Italia basta trascrivere questi dati all’anagrafe» spiega Susanna Lollini, avvocato dello studio Menzione Lollini di Roma.
«In Ucraina invece la situazione è complicata: il bebè ha un certificato di nascita in cui risulta figlio dei due genitori e la donna che ha portato avanti la gravidanza non compare. Ma per uscire dallo Stato il bambino ha bisogno di un’autorizzazione del consolato. Quest’ultimo deve segnalare al tribunale italiano il sospetto che si tratti di una maternità surrogata e il giudice può far partire un procedimento giudiziario per “alterazione dello stato di nascita”. Finora, però, le persone con a carico questa accusa sono state prosciolte».